IL DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO (D.S.A.)

Il Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A.) identifica un gruppo eterogeneo e complesso di difficoltà, che riguardano in modo significativo e circoscritto le principali abilità di apprendimento scolastico. Con tale termine si fa riferimento a (DSM-IV):

• Disturbo della Lettura (dislessia evolutiva)
• Disturbo dell’Espressione scritta (disgrafia, disortografia)
• Disturbo del Calcolo (discalculia)

Tali abilità risultano all’analisi clinica significativamente compromesse. Ciò che differenzia notevolmente un individuo dall’altro è il livello di compromissione di ciascuna abilità di apprendimento. Infatti, il quadro del D.S.A. è estremamente individuale. Questo significa che da persona a persona il disturbo tende ad assumere caratteristiche anche molto diverse, pur mostrando alcune regolarità sia nel tipo di compromissione (es.: tipo di errori in lettura, scrittura e calcolo, ecc.), sia nelle sue manifestazioni psicologiche e comportamentali (atteggiamenti verso la scuola e lo studio, autostima, ansia, ecc.).

CRITERI DI DEFINIZIONE DEL D.S.A.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha stabilito i principali criteri che permettono di identificare la presenza del D.S.A.. Tali criteri stabiliscono che, perché possa essere diagnosticato il D.S.A., è necessario che:

• il livello intellettivo (QI: compreso tra 85 e 115 o superiore; oppure collocabile al di sopra del 25° percentile) della persona risulti nella norma;
• le abilità specifiche (lettura, scrittura, calcolo) siano significativamente compromesse (Criterio della Discrepanza); questo significa che nelle prove di valutazione specifiche il risultato ottenuto deve essere significativamente più basso (-1,5-2 dev. st.) rispetto a quanto ci si attenderebbe tenendo conto del livello intellettivo rilevato.
• non siano presenti deficit neurologici o sensoriali, che spieghino diversamente la presenza di difficoltà negli apprendimenti;
• il disturbo sia presente nonostante una scolarizzazione adeguata ed interventi didattici specifici;
• il disturbo causi conseguenze in tutte le attività in cui è richiesto l’impiego delle abilità di lettura, scrittura e calcolo.

LE PRINCIPALI IPOTESI SULL’ORIGINE DEL D.S.A.

Attualmente nella comunità scientifica nazionale e internazionale c’è accordo sul “perché” del D.S.A., che viene individuato nella presenza di anomalie neurobiologiche in alcune aree cerebrali.

Questo significa che, nella persona con D.S.A. la struttura cerebrale e le connessioni neuronali necessarie all’elaborazione delle informazioni si sviluppano in modo diverso dalla norma. Ovvero, non si tratta di una “mancanza” (lesione), ma di una DIFFERENZA.

I deficit in questione hanno cause diversificate, non lesionali, ma congenite, che coinvolgono il substrato neurobiologico interessato nella realizzazione dei processi di lettura, scrittura e calcolo.

Purtroppo, non vi è altrettanto accordo sul “dove”, cioè su quali siano le sedi o le funzioni che, in quanto alterate e compromesse, sono responsabili del disturbo di lettura.

Le linee esplicative maggiormente sostenute ed indagate in letteratura riguardano una compromissione di tipo fonologico, a carico di quelle aree che processano il linguaggio, ed una compromissione a carico del sistema di elaborazione visiva.

Tuttavia, attualmente, nessuna delle ipotesi riesce a stabilire una corrispondenza causale con i sintomi rilevati.

Le principali ipotesi sono raggruppabili in 5 linee esplicative principali, che rappresentano gli indirizzi di studio storicamente più perseguiti:

1. DEFICIT A CARICO DEI PROCESSI FONOLOGICI

Una delle ipotesi maggiormente indagate indica che le persone con D.S.A. presentano difficoltà di tipo fonologico e metafonologico, cioè di elaborazione, programmazione e combinazione dei suoni (es.: fanno fatica a ricordare l’ordine dei fonemi che compongono la parola, nonché a fondere e a separare tra loro i singoli suoni).

2. DEFICIT NEI PROCESSI DI AUTOMATIZZAZIONE

Una caratteristica evidente in molti casi di D.S.A. consiste nella mancata automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo. Questo fa sì che la persona leggendo debba ogni volta scandire ogni singola lettera ed associarla al fonema corrispondente come se stesse imparando a leggere per la prima volta, nonostante l’età e le ripetute esercitazioni.

3. DEFICIT A CARICO DELLE ABILITÀ DI
ELABORAZIONE VISUO-PERCETTIVA

Dati clinici e di ricerca indicano che alcune persone con D.S.A. possono avere difficoltà nell’elaborazione visiva degli stimoli. Tali difficoltà, secondo questa ipotesi, sono collegate ad un funzionamento anomalo di alcune cellule della corteccia visiva (un difetto del sistema magnocellulare). Queste cellule controllano i movimenti oculari e l’acuità visiva mentre gli occhi sono in movimento ed hanno il compito di elaborare gli stimoli dinamici o i cambiamenti rapidi. Ciò significa che la persona non esegue movimenti oculari efficaci durante la scansione delle lettere che scorrono davanti ai suoi occhi e che vengono fissate per un brevissimo lasso di tempo. Tale disfunzionamento può ripercuotersi sull’accuratezza e sulla scorrevolezza della lettura.

4. DEFICIT O DISFUNZIONAMENTO A CARICO
DELLA MEMORIA DI LAVORO

Nel D.S.A. possono essere presenti difficoltà nel memorizzare le informazioni e nello specifico tali difficoltà possono riguardare la memoria di lavoro, un sistema di memoria che funziona in modo attivo durante l’esecuzione di un compito e che può trattenere una quantità limitata di informazioni. Il funzionamento della memoria di lavoro è ostacolato soprattutto se la persona si trova a lavorare contemporaneamente con più tipologie di stimoli (es.: dati visivi di tipo numerico, di tipo linguistico-verbale, di tipo visivo, di tipo uditivo, ecc.). Le persone con D.S.A. possono avere difficoltà nell’organizzare i differenti tipi di informazioni tra loro.

5. DEFICIT NEL CONTROLLO MOTORIO

Il controllo motorio riguarda la coordinazione, il movimento e l’equilibrio. Secondo questa ipotesi nelle persone con D.S.A. potrebbe essere presente un deficit cerebellare, che avrebbe comportato uno sviluppo immaturo del cervelletto. Il cervelletto viene solitamente associato al controllo dei movimenti e alla capacità di mantenere e recuperare l’equilibrio; le difficoltà possono colpire le abilità grosso-motorie (camminare, correre, postura, per cui il bambino appare goffo e impacciato), oppure la motricità fine (es.: tenere la penna, scrivere).

DISTURBI E DIFFICOLTÀ ASSOCIATI

Il D.S.A., spesso, si manifesta in compresenza a numerose condizioni disfunzionali:

Condizioni disfunzionali di tipo neuropsicologico:

• Anomalie dell’elaborazione cognitivo (deficit della percezione visiva; deficit nelle abilità fonologiche; deficit dell’attenzione; deficit della memoria di lavoro; deficit dello sviluppo del linguaggio ; combinazione dei deficit precedenti)
• Anomalie dello sviluppo motorio

Condizioni disfunzionali di tipo psicopatologico:

a) Disturbi d’Ansia (disturbo d’ansia generalizzato, ansia da separazione, fobia scolare)

b) Depressione o disturbo distimico

c) Disturbi somatici (vomito, algie addominali, cefalea censiva), spesso interpretabili come in relazione con lo stress scolastico o come condizioni legate ad un abbassamento del tono dell’umore.

d) Demoralizzazione, scarsa autostima

e) Deficit nelle capacità sociali e relazionali (percezione sociale e interazione)

f) ADHD (ADHD o DDAI: Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività)

g) Disturbo della condotta

h) Disturbo oppositivo-provocatorio.

COSA SI PUÒ NOTARE IN ETÀ PRESCOLARE…

…I PRE-REQUISITI

Cosa consente a ogni bambino di acquisire le abilità sopra citate?

Esistono specifiche caratteristiche che, se presenti o assenti in età prescolare (tra i 3-5 anni di età), insinuano o meno il sospetto che quel bambino potrebbe in futuro manifestare le difficoltà tipiche della dislessia. Questi prerequisiti sono:

- di tipo esecutivo (cioè riguardano la realizzazione del sistema scritto: come esegue il segno grafico, se c’è o meno coordinazione visuo-motoria e orientamento spaziale, sia nel muoversi che nel gestire lo spazio del foglio);

- di tipo costruttivo. Infatti, per imparare a leggere e a scrivere il bambino deve prima aver acquisito quattro concetti che riguardano l’unità fondamentale del sistema di scrittura e le competenze metafonologiche (ovvero la sua capacità di manipolare le parole);

… cioè un bambino deve sapere:

1. quanti elementi ci sono in una parola

2. quali sono gli elementi della parola

3. come tali elementi sono disposti

4. come tali elementi sono rappresentati

In questo periodo è importante che il bambino presenti certe caratteristiche in ciascuna delle seguenti aree:

Linguaggio ed abilità Fonologiche e Metafonologiche

• articolare i suoni che compongono le parole.

• denominare figure e oggetti comuni.

• organizzare una frase composta da soggetto-verbo-complemento.

• scomporre il proprio nome nei singoli suoni che lo compongono (entro i 5 anni)

• raccontare un evento che ha vissuto.

• ricordare le filastrocche

• non confondere suoni simili (es.: topo-dopo)

• non presentare difficoltà a cogliere la sequenza dei suoni in una parola (es.: Federico à Feredico)

• giocare con le parole ed i singoli fonemi (es. “Bastimento carico di…”; le parole che iniziano con…)

Coordinazione

• non presentare goffaggine marcata

• impugnare correttamente una matita

• colorare i disegni

• non presentare difficoltà marcate nella motricità fine (infilare perline, fare un nodo, ecc.).

Tempi di reazione

• rispondere in tempi ragionevoli ad un compito e provare ad eseguirlo (i tempi di reazione non devono essere troppo lunghi per l’elaborazione delle informazioni in entrata)

Memoria

• ricordare il proprio indirizzo, la propria età, il nome degli amici e dei compagni di classe.

• ricordare semplici istruzioni

• ricordare dove ha collocato un oggetto.

L’INCONTRO CON IL D.S.A.

Le famiglie di solito hanno il primo impatto con il D.S.A. all’inizio della scuola primaria. Un bambino che fino ad allora non aveva avuto particolari difficoltà ad affrontare le richieste e gli ostacoli della scuola materna si trova improvvisamente incapace di orientarsi e soddisfare le aspettative di chi gli sta vicino.

La scuola primaria è un contesto molto diverso, ci sono regole più rigide da rispettare: stare seduti al banco che viene assegnato, gli orari sono ben definiti, i momenti di gioco libero o ricreativi sembrano ridursi progressivamente durante il percorso di scolarizzazione. E qui, in questo “dove”, ha inizio l’apprendimento dei processi di lettura, scrittura e calcolo, un apprendimento con la “A” maiuscola, proprio perché richiede al bambino impegno e sforzi cognitivi costanti e gravosi, ma anche perché sulla base dell’acquisizione di queste abilità e competenze si struttura tutta la vita sociale, professionale ed anche relazionale dell’individuo. Improvvisamente, quindi, quel bambino che non aveva “problemi” non riesce più a stare al passo con gli altri e inizia a manifestare tutta una serie di comportamenti spesso non completamente coerenti con il suo “carattere” o la sua “indole”.

a scuola…

Gli insegnanti spesso si trovano in difficoltà sia nel gestire in classe il comportamento e l’atteggiamento del bambino, sia nel trasmettergli le conoscenze di base specifiche dei processi di lettura, calcolo e scrittura. Si rendono conto che c’è una difficoltà e spesso consigliano alla famiglia di intervenire, consultando uno specialista. Spesso si nota che “il bambino è DISTRATTO!!”, ma contrariamente a quanto il senso comune induce a pensare in questi casi l’attenzione non è labile e incostante, bensì è completamente convogliata in attività che per gli altri bambini sono ormai automatizzate.

a casa…

In altri casi, invece, sono i genitori in primis a farsi carico di questa decisione: dopo aver a lungo lottato a fianco del figlio contro gli ostacoli e le difficoltà presenti a scuola, cercando informazioni in ogni luogo possibile, dopo aver tentato anche le imprese più incredibili, arrivano a chiedere aiuto.

COME SI MANIFESTA IL D.S.A.

1. Disturbo di LETTURA: la Dislessia Evolutiva

Nei bambini dislessici italiani le caratteristiche comportamentali tipiche consistono in difficoltà marcate e persistenti nelle abilità di lettura, che si esplicano attraverso una lettura drasticamente lenta e, di solito, caratterizzata da errori tipici:, talvolta così numerosi che compromettono la comprensione del testo letto, a causa della lentezza e dello sforzo cognitivo della decodifica.

2. Disturbo dell’ESPRESSIONE SCRITTA (Disgrafia, Disortografia)

I bambini che presentano difficoltà specifiche in scrittura tendono a non riuscire ad acquisire una modalità di scrittura adeguata al livello evolutivo raggiunto. Le difficoltà sono marcate e persistenti e non scompaiono, né si riducono, nonostante l’esercizio ripetuto e gli interventi didattici specifici attuati. La scrittura può essere compromessa in termini di grafia (es.: risulta “illeggibile”, con lettere distorte per forma e dimensione e difficile da decifrare sia per gli altri che per il bambino) o di ortografia (es.: il bambino compie un numero eccessivo di errori ortografici, che possono essere sempre gli stessi, oppure di vario tipo). In tutti questi casi, di solito, scrivere rappresenta un compito estremamente difficile e faticoso. Il processo di scrittura, anche di parole familiari, è portato a termine dal bambino con estrema lentezza e notevole sforzo cognitivo.

3. Disturbo del CALCOLO (Discalculia)

I bambini con difficoltà specifiche nel calcolo presentano estrema lentezza nell’eseguire compiti anche semplici, tendono a non riuscire ad automatizzare l’apprendimento di serie e sequenze, si dimostrano incapaci di acquisire regole e competenze numeriche a livello lessicale, sintattico, semantico, procedurale. Spesso ogni apprendimento, apparentemente raggiunto, con notevole sforzo ed esercizio, sembra scomparire a breve distanza.

N.B.: Tutte queste difficoltà sono discrepanti e incoerenti rispetto all’età e allo sviluppo cognitivo del bambino.

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COSA OSSERVARE?

… gli “errori tipici”

Il bambino con D.S.A. può presentare alcune difficoltà caratteristiche:

In lettura…

• la lettura è caratterizzata da eccessiva LENTEZZA

• che può comprometterne la CORRETTEZZA

• e di conseguenza, la COMPRENSIONE del testo.

• la LETTURA È ATONA (dato che il bambino è completamente concentrato nella transcodifica, vengono meno le risorse cognitive che consentono il ritmo, l’intonazione e l’espressività adeguati);

• a volte è presente INADEGUATA SINTESI FONETICA (es.: legge ogni lettera “t”/“o”/“r”/“t”/“a”, ma non riesce a fondere i suoni nella parola, dicendo “torta”, può omettere o la parte iniziale o quella finale della stringa);

• nella lettura di non parole può presentare INTRUSIONE SEMANTICA (es.:dopo aver letto i fonemi “b-e-p-r-e” legge “lepre”);

• le difficoltà possono acuirsi leggendo testi anche brevi, ma scritti in STAMPATO MINUSCOLO;

• può confondere parole OMOGRAFE NON OMOFONE, diverse per significato, ma composte da grafemi uguali (es.: “pèsca” e “pésca”);

In scrittura…

• può presentare FUSIONE ILLECITA (es.: scrive le parole tutte attaccate);

• non rispetta lo SPAZIO, sia all’interno del rigo che dell’intera pagina;

• il TRATTO può essere IRREGOLARE;

• può presentare una GRAFIA ILLEGGIBILE, con lettere distorte per forma e dimensione;

Nella lettura e nella scrittura…

• riduzione di gruppo/dittongo (es.: tota×torta, pede×piede);

• aggiunte/omissioni di fonemi (es.: torota×torta, carta×carota);

• inversioni/migrazioni (es.:capra×carpa; banela×balena);

• scambi di suono (es.: d×b, b×d, p×b, b×p, q×p, p×q, f×v, v×f, r×l, l×r, ecc…);

• difficoltà nella discriminazione di GRUPPI ORTOGRAFICI (ad es.: “gn”, “gl”, “gh”);

• omissione/aggiunta di DOPPIE o di ACCENTO;

• confonde parole che si differenziano in base ad un unico fonema (es.: “dalla” e “palla”);

• confonde parole OMOFONE NON OMOGRAFE, (es.: “lago” e “l'ago”; “convento e “con vento”);

Nel calcolo…

• INVERSIONE DELLE CIFRE nella letto-scrittura del numero (es.: “15” x “51”);

• difficoltà con la COMPONENTE LESSICALE del numero (non riesce ad associare la cifra “1020” con la sua rappresentazione lessicale “milleventi”);

• difficoltà ad APPRENDERE LE PROCEDURE di calcolo (es.:con quali passaggi si esegue una sottrazione o una divisione, errori di riporto, di incolonnamento, di prestito);

• difficoltà con la COMPONENTE SINTATTICA del numero (es.: “1 unità, 3 centinaia, 2 decimi”, scrive “132”, non “301,2”);

• difficoltà con la COMPONENTE SEMANTICA del numero (non riesce a riconoscere la grandezza del numero, ad associare la quantità: es. “70” è minore di “40”);

• può usare STRATEGIE DI CALCOLO IMMATURE (conteggio sulle dita, ecc.).

In ciascuna abilità di apprendimento…

• può presentare INADEGUATA COMPRENSIONE (anche di frasi o periodi brevi, del testo di un problema);

• difficoltà ad AUTOMATIZZARE l’apprendimento di SERIE E SEQUENZE (es.: tabelline, giorni della settimana, mesi dell’anno).

DIAGNOSI

Una diagnosi accurata, tempestiva e precoce, infatti, può permettere di contenere le conseguenze del DSA e di intervenire il più efficacemente possibile.

Quando?

La valutazione diagnostica dovrebbe essere formulata tra la fine della 2a e l’inizio della 3a elementare, non prima, in quanto le difficoltà riscontrate durante la scuola materna, oppure in 1a o 2a elementare potrebbero essere imputabili ad un semplice ritardo nell’acquisizione del linguaggio e dei processi di lettura e scrittura, recuperabile spontaneamente, oppure a problematiche di altro tipo.

Chi?

In Italia la valutazione diagnostica può essere posta SOLO da:

• psicologo,
• neuropsichiatra infantile
• medico specialista (in psicologia clinica o nell’ambito dei disturbi dell’apprendimento scolastico)

Gli aspetti riabilitativi di tipo funzionale vengono specificati con la collaborazione di un/una:

• Logopedista

Gli aspetti didattici sono definiti e specificati con la collaborazione di:

• Insegnanti ed educatori professionali.

GLI ASPETTI PSICOLOGICI DEL D.S.A.

Per far sì che i progressi si stabilizzino e permangano nel lungo periodo è essenziale associare alle procedure riabilitative un percorso di SOSTEGNO PSICOLOGICO o di psicoterapia, che possa coinvolgere sia il bambino, sia i familiari.

Infatti, se un bambino incontra ogni giorno un problema a scuola e fa sempre più fatica a rispondere alle richieste che gli vengono poste…

? Come può avere una immagine cognitiva di sé di “persona valida”, “intelligente”, se non riesce “nemmeno” a leggere come gi altri?

? Come può sviluppare una sana autostima e salvaguardare la sua dignità, se è abituato a rendersi conto di “non farcela” e di “non essere bravo”?

? Come può comprendere e accettare la sua innegabile condizione di “diversità”?

QUALE DIVERSITÀ

N.B.: troppo spesso vengono trascurati quegli aspetti di natura psicologica che giocano un ruolo fondamentale nell’aggravare e/o nel mantenere le difficoltà negli apprendimenti.

Infatti, è fondamentale comprendere che il bambino/ragazzo con D.S.A. :

• ha diverse abilità linguistiche, logiche, visuo-spaziali;
• ha diverse competenze/incompetenze;
• ha un diverso ambiente di vita e storia personale e scolastica;
• ha una diversa struttura di personalità.

Sul piano comportamentale…

• sembrano pigri, svogliati, non si impegnano mai;
• sono irruenti, impacciati, impulsivi;
• evitano o sono riluttanti in risposta a situazioni che richiedono sforzo mentale protratto;
• sono sempre distratti, (ogni istruzione deve essere ripetuta);
• sono distratti, incapaci di concentrarsi;
• non sanno organizzare il lavoro e/o portarlo a termine

Sul piano sociale…

All’interno di un contesto socio-culturale come il nostro, così fortemente legato alla letto-scrittura, è facile capire quanto pesantemente la presenza di un D.S.A. possa condizionare la vita scolastica e professionale di ogni individuo che ha difficoltà ad acquisire le abilità di lettura, scrittura e calcolo.


A MOLTI BAMBINI O RAGAZZI NON È RICONOSCIUTO UN D.S.A. ...

… QUESTE PERSONE NON OTTENGONO ALCUNA FACILITAZIONE O

ADATTAMENTO DELLA DIDATTICA CHE PERMETTA LORO DI

AVERE PARI OPPORTUNITÀ DI APPRENDIMENTO


INTERVENTO TERAPEUTICO

Attualmente l’INTERVENTO LOGOPEDICO è considerato l’approccio più comune e diffuso nel percorso di riabilitazione dei bambini con D.S.A..

Gli interventi specifici in età successive, messi in atto, cioè, sia durante la scuola elementare, sia alle scuole medie inferiori e superiori sono altrettanto intensivi e mirati a fornire:

• Competenze fonologiche e metafonologiche (soprattutto in età precoce)

• Misure compensative e dispensative (come previsto dalla Circolare Ministeriale n°4099/A/4 del 05-10-2004)

• Strumenti protesici (tavola pitagorica, calcolatrice, uso di PC, registratore, programmi di scansione e sintesi vocale, ecc.)

N.B.: Anche nei casi in cui non è assegnato il sostegno, è possibile progettare, definire e realizzare interventi mirati all’interno della programmazione didattica

Dr.ssa Claudia Brighenti – Psicologa

(e-mail: claudiabrighenti@valdelsa.net)