Terapia propriocettiva

L’ipotesi che sta alla base di questa terapia riabilitativa è che, nei soggetti dislessici e in generale nei portatori di D.S.A., si possa essere instaurata una disfunzione del “sistema propriocettivo” tale da impedire, a livello oculare per esempio, una corretta realizzazione dell’informazione visiva.
Probabilmente è presente anche una disfunzione dell’elaborazione centrale dell’informazione per cui questi soggetti hanno una anomala percezione di sè stessi e di ciò che li circonda.
Infatti nel momento in cui correggiamo questa situazione vediamo cambiare anche comportamenti apparentemente estranei alla lettura (movimenti più precisi e coordinati, i soggetti che inciampano spesso e sbattono dappertutto smettono di farlo, i soggetti che "fanno cadere tutto" smettono di farlo, i soggetti che spesso sembrano non sentire e "stare con la testa fra le nuvole" sono più presenti).

La propriocezione è la capacità che ha il nostro cervello di conoscere la posizione precisa di ogni segmento corporeo nello spazio e di poter valutare il tono di ogni muscolo del corpo. Questo "sesto senso" permette al nostro cervello di tenere sotto controllo costantemente tutto il nostro organismo. Per fare questo il sistema utilizza tutte le informazioni provenienti dai cosiddetti recettori propriocettivi del sistema posturale. Sulla base di queste informazioni il nostro cervello si fa "un'idea" della situazione scheletrica, muscolare viscerale ecc. ed elabora ed acquisisce un suo schema corporeo che poi tende a mantenere nel tempo. Se le informazioni sono errate o vengono malamente elaborate il cervello non conosce più con precisione la situazione del corpo e la conseguenza è un cattivo controllo dello stesso. Questa situazione anomala può generare conflitti sia a livello muscoloscheletrico che a livello della percezione del corpo stesso e del corpo in relazione allo spazio circostante. (Vedi anche www.posturologia.org)

L’azione terapeutica quindi deve mirare ad indurre informazioni propriocettive differenti da quelle correnti in modo che il cervello sia in grado di modificare la risposta periferica.

Come vedremo, il "trattamento" sarà inteso in senso globale con un'azione di "riprogrammazione" propriocettiva a partenza dai più importanti distretti posturali del corpo.

Per quello che riguarda il sistema visivo, che grande importanza riveste nei soggetti dislessici, un modo semplice e costante per cambiare l’informazione propriocettiva a partenza oculare è la messa in posa di lenti personalizzate, prismatiche, di debole potere che siano in grado di modificare l’informazione propriocettiva proveniente da determinati muscoli oculari, apparentemente senza determinare spostamento reale del bulbo.

Questo nuovo input propriocettivo, unitamente ad esercizi particolari che agiscano sull’informazione propriocettiva del corpo e dei piedi (esercizi posturali statici e dinamici), dovrebbe permettere al cervello di modificare gli “ordini” ai distretti periferici e quindi anche al sistema visivo in modo da permettergli un corretto funzionamento durante il meccanismo della lettura.
Non solo; la correzione della disfunzione propriocettiva comporta la correzione della disfunzione percettiva che probabilmente concorre alla incoordinazione del meccanismo di inseguimento oculare durante la lettura.

Sostanzialmente questi interventi a livello visivo, somatico e podalico funzionano come chiave per intervenire sul “sistema propriocettivo” riportandolo ad un più corretto funzionamento.

Questa è anche la sostanziale novità su cui si fonda questo particolare metodo riabilitativo dei soggetti dislessici.